“SE NON CI INDIGNAMO PER IL MALE FATTO AGLI ALTRI, PERDIAMO IL DIRITTO DI CHIAMARCI PERSONE CIVILI”. VLADO HERZOG PAGO’ CON LA VITA LA SUA LOTTA CONTRO LE INGUSTIZIE IN BRASILE
Erano anni duri nei paesi latinoamericani, e anche in Brasile chi aveva una visione sociale ed economica non allineata con quella del governo militarizzato doveva avere paura di alzare la cornetta ogni volta che squillava il telefono. Quella paura forse l’ha provata anche Vladimir Herzog, quando a squillare, il 24 ottobre 1975, fu il suo telefono.
Faceva il direttore di Tv Cultura a Sao Paulo, dove era fuggito con la sua famiglia, di origine ebraica, dalla Croazia jugoslava degli anni ‘40, ed era vicino al partito comunista che operava in clandestinità. Vlado fu chiamato a rispondere delle sue convinzioni, delle sue idee profondamente sovversive e inaccettabili, come ad esempio che lo sfrenato liberismo e militarismo dello stato stava schiacciando i diritti civili, politici e sociali delle classi popolari, e che questo non era giusto. Non sappiamo se le domande che gli fecero gli uomini della polizia segreta DOI-CODI siano state inizialmente gentili, ma quello che sappiamo è che Vladimir Herzog, dopo quell’interrogatorio, non è più tornato a casa.
Suicidio. Questa fu la causa ufficiale della sua morte, un giornalista libero, un uomo pensante e consapevole, pieno di segni di pestaggi e torture sul corpo, si era stretto intorno al collo una corda e si era lasciato penzolare dalle sbarre di una cella. I militari, la polizia segreta e gli esponenti politici che ne difendevano l’operato non potevano certo pretendere che la gente ci credesse, e centinaia di manifestanti decisero di alzare la voce, perché Herzog non era stato il primo a cadere per mano di uomini in divisa che si proclamavano stato con la forza.
La morte di Vladimir Herzog gettò un po’ di luce sull’operato dei militari e sulla falsa immagine di tranquillità e prosperità che si voleva dare del Brasile, contribuendo a innescare il lento processo di democratizzazione del paese. Ci vollero anni perché i brasiliani potessero votare liberamente, ci vollero anni perché la morte di Vladimir Herzog fosse ufficialmente attribuita alle torture subite, ci vollero anni perché i responsabili fossero ritenuti tali, e ci vorranno ancora anni, probabilmente, per sapere quante persone libere abbiano subito la stessa sorte di Vlado.
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Fonte Canale Telegram
Cannibali e Re.
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