“NON POTEVO PIU’ VEDERE MIA MADRE CHE PER UN PEZZO DI PANE FACEVA SACRIFICI ENORMI. NON POTEVO SOPPORTARE LE INGIUSTIZIE”. LA STORIA DI EZIO BARBIERI, IL RAPINATORE DI BANCHE CHE DISTRIBUIVA I PROVENTI DELLE RAPINE AI POVERI MILANESI
Era l’Italia dei primi anni del secondo dopoguerra. A Milano, come nel resto della penisola, la popolazione lottava anche con la miseria lasciata dalla guerra e dal fascismo. L’Isola era uno dei quartieri più poveri del capoluogo, posizionata giusto a ridosso della stazione Garibaldi. Ed erano in molti, all’Isola, ad attendere i colpi di un noto rapinatore per poter avere un tozzo di pane.
Ezio Barbieri non era infatti un rapinatore qualunque.
“Non potevo più vedere mia madre che per un pezzo di pane doveva fare sacrifici enormi. Non potevo sopportare le ingiustizie, una volta un mio conoscente fu condannato da un giudice a una pena severissima per avere venduto pane alla borsa nera. Al giudice feci una sorpresa a casa. Mi presentai in uniforme e dissi di essere stato incaricato di effettuare un controllo: assieme a due amici ripulii la casa da enormi quantità di viveri e gioielli” dirà in un’intervista molti anni dopo.
Per lui il furto non era avidità, ma giustizia e redistribuzione per il popolo, per la sua gente. E senza mai lasciare vittime: si è spesso vantato di non aver mai ucciso, nonostante non esitasse a sparare ed ad utilizzare bombe a mano per seminare i poliziotti.
Le sue rapine erano imprevedibili: finti posti di blocco, travestimenti e – secondo alcuni – una donna nuda per distrarre il personale di una banca. Una volta messo in saccoccia il bottino, dritti all’Isola ad aiutare chi faceva la fame.
La sua sete di rivolta non si placa neanche dopo l’arresto nel febbraio 1946: due mesi dopo scatena infatti una delle maggiori rivolte carcerarie italiane a San Vittore che gli costerà 30 anni di carcere duro.
Nel 1971 esce di prigione e diventa un commerciante a Barcellona Pozzo di Gotto, vicino Messina. Vive una vita tranquilla fin quando non diventa, suo malgrado, protagonista de “La Pasqua Rossa” di Bevilacqua, ricevendo attenzioni che non hai mai particolarmente apprezzato.
Si è spento ieri, il 17 maggio 2018. E noi lo vogliamo ricordare, insieme a tutti coloro che, prima e dopo di lui, furono delinquenti secondo lo Stato, ma eroi per il popolo.
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Fonte Cannibali e re
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