Pensieri e ricordi del Rojava.
Mi metto in macchina, mezz’ora di strada separano Pachino da Noto, mi devo recare lì al mattino ho delle cose da fare.
Durante il tragitto sono molti i pensieri, sopratutto quando parte la musica curda, quella delle YPG, del Rojava, i pensieri si accavallano.
Penso all’Ait il battaglione formato da alcuni italiani e non e che adesso alcuni compagni che hanno fatto parte di quel battaglione non ci sono più.
Penso a quelle giornate, agli allenamenti, alla voglia di andare al fronte, e la prima volta che stavo per entrare in una cittadina sotto il controllo dell’Isis penso di non aver mai avuto così paura e adrenalina in vita mia e io e Jak, mio migliore amico, ci siamo guardati in faccia sentendo o i forti colpi sempre più vicino come per dire “sti cazzi”.
Poi penso ai caduti, ai momenti trascorsi con loro, al 1 viaggio in Rojava, al 2 e al 3, a quanti di loro non ci sono più, a quanto tempo e passato e invece sempre ieri e troppe cose sono già successe in questi anni.
Penso a Shain conosciuto al mio ultimo viaggio, un vero Compagno quello che se ne conoscono pochi.
Penso ad Orso e a quanto avrei voluto trascorrere ancora del tempo con lui.
A Zana mentre insieme varcavamo per la prima volta il confine tra Iraq e Rojava.
Penso a Robin con il suo essere socialista.
Penso a tante cose a come anche la guerra mi abbia cambiato e quanto la rivoluzione del Rojava mi ha dato, emozioni che forse non avrò mai più e forse è questa la cosa più triste però almeno sono felice di aver partecipato ad una rivoluzione che ancora va avanti e prosegue nonostante gli attacchi da tutti gli stati imperialisti e non.
26 Maggio 2020
Rispondi