LA TRAGEDIA DIMENTICATA DELLE MINIERE DI CARBONE DELL’ISTRIA, QUANDO AD ARSIA PERDEVANO LA VITA 185 MINATORI PER LO SFORZO BELLICO DEL FASCISMO
Nel 1937 il regime fascista aveva fondato una città, Arsia, completamente dedicata ai minatori del carbone. Città nella quale trovarono, per l’ennesima volta nella loro storia, un nuovo padrone al quale rendere conto all’interno di una storia fatta di rivendicazioni operaie raramente ascoltate e di tentativi di sollevazione. Siamo nell’Istria italiana (oggi Arsia fa parte della Croazia), e qui il regime fa estrarre carbone da gallerie sotterranee immense, dove manda migliaia e migliaia di minatori e operai.
È orgoglioso il regime di quello che ha creato ad Arsia, ma il vanto sembra essergli sufficiente dato che affida la gestione delle miniere soggetto piuttosto incapaci. Inoltre, vedendo avvicinarsi lo sforzo bellico, decide di incrementare la produzione sacrificando, neanche a dirlo, le norme e le condizioni di sicurezza dei lavoratori. La tragedia è purtroppo servita. Alle 4 del mattino del 18 febbraio 1940 la miniera di Arsia esplose.
Una fuga di gas, probabilmente, e una fortissima esplosione che distrusse numerosi settori delle gallerie sotterranee.
I morti furono 185 e ci volle un mese per recuperare tutti i cadaveri. Un numero enorme, ma non abbastanza grande da non poter essere nascosto da un regime come quello fascista, che usava la propaganda per esaltare i propri “successi”, mentre nascondeva agli occhi dei cittadini le sue vergogne. Dei morti di Arsia non si fecero che piccoli riferimenti in alcuni trafiletti di giornale, che spesso non riportarono alcun numero ufficiale, o ne riportarono di molto inferiori alla realtà non mancando, ovviamente, di sottolineare l’eroismo degli italici soccorritori.
In breve tempo la tragedia di Arsia fu dimenticata, come erano state dimenticate le lotte dei minatori e degli operai lungo i decenni precedenti, e come furono in seguito dimenticate le rivendicazioni popolari – nel contesto di un continuo alternarsi di sempre nuovi padroni.
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