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Comunicato dall’assemblea cittadina di Torino del 16 Ottobre 2019 a Palazzo Nuovo

Mercoledì 16 Ottobre una partecipatissima assemblea cittadina ha dichiarato uno stato di mobilitazione permanente.
Come abitanti di Torino vogliamo che la nostra città si schieri apertamente contro questo massacro, vogliamo fare pressione sul governo e sul parlamento italiano, affinché utilizzi tutti i mezzi necessari per fermare l’invasione turco-jihadista e il massacro in corso nel Nord della Siria.

Negli 8 anni di guerra civile in Siria, i popoli della Siria del Nord e dell’Est hanno avuto la forza di costruire un esperimento politico e sociale di convivenza pacifica, di democrazia radicale basata sulla libertà delle donne e l’ecologia. Permettere che le mire espansionistiche del Presidente turco Erdogan distruggano questa rivoluzione vorrebbe dire distruggere ogni possibilità di pace e imporre ai popoli di tutta la Siria e del Medioriente altri anni di guerra e sofferenze. Le Forze Siriane Democratiche hanno sacrificato 11mila vite per combattere lo Stato Islamico e sono state le più efficaci forze alleate della Coalizione Internazionale contro l’ISIS (quindi alleate anche dell’Italia). Il via libera dato da Trump all’attacco turco e l’inconcludenza dei governi europei mostra a tutto il mondo la faccia ipocrita e interessata esclusivamente al denaro delle nostre istituzioni. Grazie a questo attacco centinaia di jihadisti dell’ISIS sono potuti tornare in libertà e da giorni cellule dello Stato Islamico si coordinano con l’esercito turco, il secondo esercito della NATO. Dopo tanti sacrifici, il ritorno dell’ISIS è più che una concreta possibilità ed è anche responsabilità degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

La sospensione delle forniture di armi alla Turchia da parte di alcuni stati europei riguarda eventuali contratti futuri, senza intervenire su quelli in corso: proprio in questi giorni un sofisticato cannone da guerra lascerà Roma per essere consegnato all’esercito turco perché parte di un acquisto precedente all’invasione. Non possiamo permettere che ciò avvenga; i provvedimenti presi fin’ora sono una presa in giro nei confronti dei popoli europei e un ulteriore condanna a morte per quelli siriani.
Vogliamo azioni concrete ed efficaci:

-Vogliamo che il governo italiano sospenda tutte le forniture belliche, a partire proprio da quelle in corso.

-Vogliamo che il governo e il parlamento si impegnino per la chiusura dello spazio aereo sulla Siria del Nord e dell’Est, promuovendola tra gli stati membri della NATO. Qualora gli altri stati membri non l’approvassero., si aprano le procedure per far uscire l’Italia dall’Alleanza Atlantica. In quest’epoca, non c’è alcuna ragione per cui l’Italia debba sostenere i costi e gli oneri di tale alleanza militare.

-Ritiro immediato di tutti i soldati italiani della missione NATO “Active Fence” in Turchia.

-Interruzione di qualunque rapporto economico con la Turchia: l’accordo del 2015 tra UE e Turchia per la gestione dei flussi migratori ha già portato a versare nelle casse turche 6 miliardi di euro. Questo accordo è frutto di politiche scellerate che hanno acuito l’emergenza migratoria e hanno messo nelle mani di Erdogan un’arma di ricatto nei confronti dei paesi comunitari. Qualunque forma di finanziamento nei confronti dello stato turco deve essere immediatamente sospesa e l’accordo sui migranti reciso.

Le grandi aziende private devono a loro volta chiudere immediatamente i rapporti commerciali con la Turchia: il 50% delle sue vendite internazionali complessive si riversa sul mercato dell’Unione Europea, che è il suo quinto partner commerciale.
Solo in Italia alcune tra le più grandi imprese e banche incassano profitti milionari dal commercio con la Turchia:
FERRERO
FINMECCANICA-LEONARDO
FCA (Fiat)
UNICREDIT
PIRELLI

Consideriamo queste aziende corresponsabili del massacro in corso e chiediamo che rinuncino a una parte dei loro profitti per affrettare la conclusione di questa guerra.
Azioni di disturbo nei confronti di questi produttori e di denuncia della loro collusione con la Turchia saranno parte della nostra mobilitazione. Invitiamo singoli, associazioni e gruppi politici a organizzare azioni di protesta e momenti d’informazione in accordo con le proprie possibilità.

Ribadiamo che la nostra presa di posizione non è esclusivamente a difesa del popolo curdo, ma del progetto politico della Rivoluzione Confederale in Siria del Nord e dell’Est e per una soluzione politica al conflitto in Medioriente, per una società libera e giusta. Per questo ci rivolgiamo anche al popolo turco perché fermi questa invasione ribellandosi alle decisioni del presidente Erdogan. Ci rivolgiamo anche alle comunità di tutti i popoli mediorientali espatriate in Italia perché si uniscano alle manifestazioni contro l’invasione della Siria del Nord.

Assemblea Cittadina di Torino, 16 Ottobre 2019

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