L’agenzia stampa ANF riferisce in tempo reale notizie che cercheremo di aggiornare periodicamente.
18 ottobre
07.55: L’esercito turco e i suoi annessi jihadisti bombardano il villaggio di Şêwarxa nella zona di Şera / Cantone Efrîn con artiglieria pesante.
00.00: Nel nono giorno dell’invasione in Siria del nord da parte della Turchia e dei suoi proxy jihadisti in violazione della legalità internazionale, Washington e Ankara hanno concordato una tregua di cinque giorni. Il governo turco chiede che le Forze Democratiche della Siria (FDS) entro questo termine si ritirino dai territori previsti per la cosiddetta „zona di sicurezza” nella zona di confine siriana.
Secondo quanto dichiarato dal comando generale delle FDS la tregua riguarda solo la regione lungo le linee del fronte da Serêkaniyê (Ras al-Ain) fino a Girê Spî (Tall Abyad). Nel frattempo, in particolare sui fronti di queste due città si sono intensificati gli attacchi dell’esercito turco e continuano.
17 ottobre
23.15: -UPDATE-
Parlando con l’emittente Ronahî TV Kobanê giovedì sera ha confermato la tregua di cinque giorni concorata e ha dichiarato: la nostra popolazione deve sapere che la tregua riguarda le zone contese tra Girê Spî (Tall Abyad) e Serêkaniyê (Ras al-Ain). Lì sono state uccise centinaia di civili, migliaia spinti alla fuga. Per questa ragione abbiamo accettato la tregua, ma non che la Turchia resti nelle regioni. Noi come FDS faremo tutto il necessario perché venga rispettata la tregua.
Responsabile per l’attuazione come potenza di garanzia sono gli Stati Uniti. Deve essere garantito che la nostra popolazione possa tornare nei suoi luoghi di residenza. Gli obiettivi delle forze di occupazione di compiere un cambiamento demografico, devono essere impediti. Per le altre regini non ci sono stati colloqui su una tregua. Le nostre forze si trovano nelle loro posizioni.
Questa tregua è nata grazie all’eroica resistenza delle e dei combattenti curd*, aran* e cristian*, delle Forze Democratiche della Siria, di tutti i popoli resistenti della Siria e delle nostre amiche e dei nostri amici che ci sostengono in tutto il mondo e che si sentono legati alla rivoluzione del Rojava. Salutiamo tutte le amiche e gli amici che si sono impegnati perché gli attacchi dello Stato turco fossero fermati e alle nostre amiche e ai nostri amici a Serêkaniyê che continuano la loro resistenza. L’invasione turca continua. La tregua è solo un inizio e non metterà fine all’occupazione. Il nostro e le nostre forze politiche devono rafforzare la loro lotta e creare un’unità.
22.00: Il comandate generale delle FDS Mazlum Abdi Kobanê: Accettiamo la tregua solo se la Turchia si ritira dalla regione. Gli obiettivi della Turchia – un’occupazione e una modifica demografica della regione – per noi sono inaccettabili.
20.59: Le truppe di occupazione turco-jihadiste attaccano di nuovo l’ospedale di Serêkaniyê (Ras al-Ain). Ci sarebbero molte vittime civili, i dettagli non sono ancora chiari. Anche dai fronti est e ovest della città le Forze Democratiche della Siria comunicano violenti attacchi.
19.41: Pare che gli USA e la Turchia si siano messi d’accordo per un cessate il fuoco di 120 ore in Siria del nord. Il governo turco chiede che le Forze Democratiche della Siria (FDS) entro questa scadenza si ritirino dalla striscia di confine prevista per la cosiddetta „zona di confine”. Lo ha dichiarato il vice Presidente USA Mike Pence in una conferenza stampa a Ankara.
Il testo dell’intesa tra USA e Turchia:
18.58: Le truppe di invasione turco-jihadiste presso Tirbespiyê (al-Qahtaniyya) bombardano i villaggi di Til Şerîr e Dêrna Qulinga. Combattenti delle Forze Democratiche della Siria (FDS) rispondono agli attacchi.
18.24: In un attacco aereo a Ain Issa nel nordovest della città ha perso la vita un soldato siriano. Altri dodici soldati del regime sono stati feriti.
18.21: Le Forze Democratiche della Siria (FDS) a Dêrik sono passate al contrattacco e attaccano con armi pesanti postazioni di guardia turche sull’altro lato del confine.
18.17: I villaggi di Carûdiyê, Xirab Reşik e Banukiyê nei pressi di Dêrik (al-Malikiya) vengono bombardati dall’aviazione turca.
17.38: Il centro stampa delle YPJ ha reso noto che è morta la sua collaboratrice Dilovan Gever (Dilan Ölmez). È caduta il 13 ottobre in un attacco aereo turco a Girê Spî.
16.56: Come fa sapere il comandante delle FDS Zirîk, responsabile del coordinamento sulla via Rodko tra Girê Spî (Tall Abyad) e Ain Issa, le truppe di invasione con violenti attacchi hanno cercato di interrompere il collegamento tra le regioni Cizîrê e Eufrate. Le QSD sono però riuscite a respingere gli aggressori.
16.30: Il villaggio di Hikmiye presso Dêrik abitato da cristiani è stato bersagliato da fuoco di artiglieria. Nel villaggio hanno colpito molti proiettili, dei quali uno ha colpito l’edificio del consiglio militare dei suryoye.
16.02: L’esercito turco attualmente sottopone le località di Siwês e Sêgirka a un pesante fuoco di missili.
15.48: Nei pressi di Ain Issa nei villaggi di Serik Girak soldati siriani sono stati attaccati da fuoco dai carri armati delle forze di occupazione turche e dei loro partner jihadisti. Un soldato siriano è rimasto ucciso e altri sei sono rimasti feriti.
15.14: Richiesta di un corridoio umanitario
Le organizzazioni della società civile della Siria del nord e dell’est chiedono l’istituzione di un corridoio umanitario per Serêkaniyê perché i civili possano lasciare la città. Le cure mediche nella città non sono più possibili dato che l’esercito di occupazione turco continua a prendere di mira l’ospedale e il personale sanitario.
15.09: Serêkaniyê continua a essere il luogo centrale della resistenza contro l’occupazione turca. L’esercito turco attacca la città con tutte le sue possibilità. Ma finora le FDS respingono ogni tentativo dell’occupante di entrare nel centro della città.
13.49: Ancora una volta lo Stato turco ha attaccato un convoglio con die civili che si muoveva in direzione di Serêkaniyê per aiutare la gente sul posto. Le persone in questione a causa degli attacchi turchi non sono riuscite a raggiungere la città.
Fonte Anf
Traduzione a cura di ReteKurdistan
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