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Sulla Sorveglianza Speciale “la vicenda non è conclusa”. Di Paolo Pachino Andolina

Sulla Sorveglianza Speciale.
La vicenda non è conclusa.
Di Paolo Pachino Andolina

Il 15 Ottobre sarò di nuovo giudicato dal tribunale di Torino, dopo l’udienza di Gennaio e l’ultima del 25 marzo 2019. In quel caso ad essere giudicati eravamo in 5, adesso a distanza di mesi la posizione di Jak e Davide e stata stralciata, non poteva essere imposta la misura della Sorveglianza Speciale per essersi recati in Siria a sostenere la rivoluzione del Rojava.
Una vittoria solo in parte ottenuta con la solidarietà di tutti e tutte voi, al martirio dell’amico Orso Lorenzo Tekosher caduto purtroppo il 18 Marzo del 2019 a una settimana prima dell’udienza, tutto ciò ha impedito che le YPG fossero criminalizzati e che chiunque si fosse recato in Siria fosse sotto processo e rischiasse pp} ppppla Sorveglianza Speciale. Per questo abbiamo vinto, grazie a voi tutti e al martirio di Lorenzo, che poco prima che cadesse aveva mandato un messaggio audio e un video dalla Siria per dimostrare la sua solidarietà a noi imputati.
Ma purtroppo la vicenda non è ancora conclusa, se la posizione di Davide è Jak e stata stralciata e anche quella di Luisi, anche lui sotto accusa a Cagliari} in cui qualche settimana dopo il tribunale ha dato le stesse motivazioni per cui non venisse applicata la sorveglianza speciale, invece per me Eddy e Jacopo ancora la vicenda rimane aperta, se non possiamo essere etichettati come socialmente pericolosi per esserci recati in Siria veniamo giudicati per i reati commessi dopo il nostro rientro, in realtà non i reati ma il reato.
Per quanto riguarda me viene messa sul tavolo della discussione una denuncia per un presidio davanti al carcere delle vallette per il capodanno 2018, un presidio che si svolge ogni anno per portare solidarietà e vicinanza ai detenuti in un carcere, quello delle Vallette, che sta letteralmente esplodendo visti i numeri altissimi dei detenuti rinchiusi e le condizioni in cui vivono.
Invece ad Eddy e Jacopo viene mossa come motivazione per essere giudicati socialmente pericolosi l’aver partecipato ad un presidio davanti ad un locale in zona vanchiglia a Torino per chiedere giustamente indietro gli arretrati dello stipendio di un dipendente, in cui i proprietari del locale si rifiutavano a dare non perché fossero in crisi oppure l’attività non andava bene ma perché i soldi li dovevano spendere in vacanza.
Queste sono le motivazioni, viene veramente da ridere no? saremmo socialmente pericolosi per questo, anche se la vicenda è i suoi contorni sono veramente comici purtroppo c’è poco da ridere, in Italia sopratutto a Torino la repressione non conosce limiti, ad essere giudicato non è il fatto in se oppure le denunce che ognuno di noi ha, attenzione denunce anch’esse ridicole che vanno dalle varie manifestazioni che ognuno di noi ha partecipato in cui magari siamo stati denunciati e messi in mezzo a dei veri e propri montaggi giudiziari in cui ad essere giudicati non sono i reati in sé ma bensì le idee politiche, se invece si conduce una vita diciamo normale e raro che si finisce dentro per un petardo oppure è molto difficile che si viene denunciati per violenza privata sd si cerca di rallentare un servizio pubblico, se invece tutto ciò viene fatto a scopo politico o dietro c’è un’idea politica la repressione colpisce e questo ti fa capire che chi lotta è sempre sotto il tiro della repressione. I reati per cui sono stato denunciato in tanti anni di cosiddetta militanza sono veramente ridicoli, se avessi fatto ciò conducendo una vita cosidetta normale, lavorando, dicendo sì ad ogni imposizione ecc non sarei di certo qui a scrivere questo testo e non mi troverei sotto giudizio da parte della procura di Torino. Invece siccome ho scelto di lottare contro le ingiustizie, portare solidarietà ai detenuti vittime di un sistema giudiziario e carcerario sempre più schifoso e per questo che mi ritrovo con il rischio di avere la mia libertà negata per due anni, perché la sorveglianza speciale porta a questo, per primo non potrei vedere più di due persone, stare in luoghi affollati quindi nemmeno prendere un caffè al bar oppure andare al cinema, tanto meno potrei vedere persone con problemi giudiziari, mi verrebbe ritirata la patente ma non provvisoriamente visto che poi dovrei fare di nuovo esami ecc per poterla di riavere, dovrei ritirarmi la sera a casa e uscire al mattino, ma se non posso parlare con più di due persone, stare in luoghi pubblici ecc mi chiedo “che esco a fare?” per correre e stare lontano dalle persone? avere la paura di arrivare tardi a casa all’orario stabilito dal giudice? Che vita sarebbe? Una vita da represso, ancora di più di quella che è già adesso, ma se adesso ho la possibilità di lottare, di scendere in piazza, di stare di fianco a compagni e compagni per partecipare ad un corteo, assemblee, riunioni o semplici feste se questa misura passa non potrò fare tutto ciò per due anni e non potrò nemmeno passare da Torino.
Questa misura se dovesse passare non colpirebbe solo me ma sarebbe un precedente per tutti quelli che lottano, se passa la richiesta della procura chiunque lotti, scende in piazza, manifesti solidarietà ai detenuti oppure anche solo ai lavorati rischia la sorveglianza speciale, per questo tocca a noi smontare la richiesta della procura di Torino, perché come detto prima questa richiesta non riguarda solo me Eddy o Jacopo ma riguarda tutti e tutte, perché dopo la procura di Torino si sentirebbe legittimata a richiedere per chiunque la sorveglianza speciale. E vero non viviamo in tempi d’oro, dove le lotte sono vive e vegete, ma non possiamo permettere che questa misura passi, né vale la libertà di espressione di tutti e tutte. Solo con la solidarietà e il mutuo appoggio si può vincere e vero sono parole che purtroppo con gli anni hanno perso di significato ma devono ritornare ad avere forza e concretezza e senza la vera solidarietà e il vero mutuo appoggio non si vince e il nemico diventa sempre più forte.
Il 15 Ottobre credo che bisogna essere in tanti e tante ad affollare l’ingresso del tribunale di Torino e dopo l’aula in cui si svolgerà l’udienza e quel giorno dovremmo farlo tutti e tutte con il massimo rispetto per i martiri delle YPG e YPJ perché con la lotta, la vicinanza e la solidarietà possiamo tenere viva la loro memoria e vincere contro le richieste repressive della procura di Torino.

Ci vediamo il 15 Ottobre.

Uno degli imputati
Paolo Andolina Pachino
Orgogliosamente combattente Ypg.

29 settembre 2019

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