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Un’anno fa, il giorno in cui ti scattai questa foto.

Luglio 2019, faceva un caldo tremendo nella base militare di Shaddadi, quel giorno tu insieme ad altri 3 compagni della tua unità eravate venuti da Tel Tamir a Shaddadi per salutarci, vederci, scambiare due chiacchiere e rompere la routine di ogni base militare lontana dal fronte fatta di turni, allenamenti e molta noia a volte logorante e terribile da sopportare con il tutto amplificato dal caldo con temperature che li a Shaddadi d’estate raggiungono anche i 48 gradi.
Quel giorno quella routine a volte difficile da digerire per uno come me che fermo non ci sta mai, venne rotta dal tuo arrivo, la base riprese vita, allegria, urla, battute e risate che facevano tremare i muri e fortunatamente stavolta non erano le bombe ma risate nate grazie al tuo arrivo.
Si parlo di molte cose, dell’operazione Al Dashisha, in quel periodo era in corso l’operazione ad est di Shaddadi per liberare la zona dallo Stato Islamico, principalmente desertica e abitata da poche miglia di persone. Si parlo molto dei parwarde, le formazioni, che stavi facendo con la tua unità ed eri felicissimo nel raccontarle e sopratutto felice di poterle fare, formazioni principalmente ideologiche, con scambi di punti di vista politici a volte anche totalmente opposti tra di loro ma anche formazioni militari, in guerra si deve essere sempre allenati e pronto ad ogni evenienza.
Quel giorno si scherzo molto, si parlo sopratutto di cibo, certo che potevano fare due cuochi in Siria? Parlare di cibo.
Arrivo ll momento cazzeggio, cioè delle foto, molte foto scattammo quel giorno, ad un tratto mi chiedesti di farti una foto con il nostro bellissimo gatto, io ti risposi “mi vuoi copiare pubblicandola su Facebook?” il tutto fu rotto da una risata. Ma la maggior parte delle foto, dei ricordi che mi sono rimasti di te caro Orso risalgono a quel giorno, molte foto le scattammo quel giorno a Shaddadi e ricordo che parlavamo molto del giorno in cui ci saremmo ritrovati tutti insieme in Italia, io, te, Botan, Delsoz, Cekdar, Berxwadan e Ghelat a bere e mangiare tutti insieme, far festa e divertirci, purtroppo quel giorno e arrivato senza la tua presenza, si c’eri anche tu tra di noi, c’erano i tuoi genitori, i tuoi amici, molte più persone di quelle che noi tre, io, te e Botan avevamo progettato. Quei giorni sono stati il 23 e 24 Giugno a Firenze città in cui ai vissuto esattamente nel tuo quartiere Rifredi, quei due giorni sono stati belli, emozionanti, era molta la rabbia dentro di me, rabbia perché tu non c’eri, per non aver trascorso più tempo con te. Si sentiva la tua mancanza, delle tue battute, delle tue risate, ma grazie all’unione tra compagni e compagne, alla forza e l’amore trasmessa tra di noi tutto ciò ha un po’ colmato il dolore, ma nulla potrà colmare la tua assenza, solo la lotta e il continuare a resistere e lottare in prima persona senza delegare come hai fatto te possono colmare solo in parte la tua assenza e dare un senso al tuo martirio. Te lo prometto Heval Tekoser tutti i discorsi fatti tra noi cercherò di metterli in pratica e non lascerò che mai saranno parole buttare al vento e non rimarranno senza un senso ma ti prometto che darò peso, forza e concretezza alla parole e ai discorsi fatti con te caro Heval Tekoser.
Sheid Namirin, I Martiri Non Muoiono Mai.

Azadi Paolo Pachino

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