Ricordi ed istanti che si intrecciano, dal fronte di Al Bab, dal ritorno in Siria, al martirio di Hevala Cem
Gennaio 2017
Dopo qualche settimana ci comunicarono che saremmo andati verso Mambiji,
sul fronte di Al Bab, proprio li, dove i turchi stavano avanzando verso
la città, era il 3 Gennaio del 2017. Arrivati a Mambiji, un primo gruppo
andò al fronte e l’altro rimase nelle retrovie, davamo il cambio ad
un’unità. Faceva molto freddo, tanto che non mi bastavano 3 paia di
pantaloni. Dopo qualche giorno di attesa, in una sorta di villetta dove
erano presenti altri compagni con un’unità di Ypj, era giunta l’ora del
nostro turno. Il fronte era abbastanza tranquillo, certo c’erano solo
aerei che ci volavano in testa, avevamo quasi la sicurezza che non ci
bombardavano, ma visto il nemico che avevamo di fronte, cioè l’esercito
turco, non ci fidavamo molto. Le giornate passavano fra turni
interminabili, falsi allarmi e il cay che non mancava mai, noi fummo
inseriti in un’unità curda, mista Ypg/Ypj.
Una compagna mi colpi molto, era Hevala Cem(Fiume), sempre sorridente,
gentile con tutti noi. Prima di andare a dormire chiacchieravamo molto
con gli altri compagni con cui ci trovavamo al fronte, Heval Cem diceva
di avere 18 anni e che quando si trovava ad Istanbul giocava a calcio.
Dopo qualche giorno fummo mandati indietro, altri compagni ci davano il
cambio, sarei ancora rimasto li, su quel fronte, mi piaceva molto
l’atmosfera, l’aria allegra ecc, nonostante il posto in cui ci trovavamo, quasi non sembrava di trovarci in guerra.
Marzo 2018
Appena ritornato in Rojava, saputa della caduta di quasi tutta la mia
vecchia unità, nella base di Shaddadi dove mi trovano, chiedevo e
cercavo di capire se ci fossero i compagni con cui eravamo stati al
fronte di Al Bab. Alcuni erano caduti ad Afrin, l’avevo scoperto nelle
foto, altri non sapevo che fine avessero fatto, mi chiedevo se in quella
base ci fosse pure Hevala Cem. Ogni giorno andavo nel sito dello Ypg per
vedere le foto dei compagni caduti, una mattina mentre sfogliavo le
foto, notai quella di Hevala Cem, dopo due mesi dall’occupazione di
Afrin era stata dichiarata la sua morte, si proprio dopo due mesi,
quando speravo che fosse ancora viva.
Dopo l’occupazione di Afrin il morale dei compagni era molto giù e i
primi due mesi in Rojava mi pesavano già, i miei compagni erano quasi
tutti caduti, ma anche per loro che si continuava a combattere e
resistere, si il dolore è tanto, la guerra è meschinità, ma le ferite si
curano con la rivoluzione e con la consapevolezza che da questi semi un
giorno nasceranno fiori.
Heval Ciya, un carissimo compagno basco con cui trascorsi 8 mesi in
Rojava, appena saputo della caduta di Hevala Cem scrisse queste poche
parole per ricordare una cara compagna caduta per difendere Afrin.
Parole che descrivono i miei pensieri e miei ricordi di una ragazza con
cui abbiamo condiviso delle belle giornate nel mese di Gennaio del 2016
sul fronte di Al Bab.
“Ci è arrivata oggi la notizia… hevala Cem è caduta,
Cade in un piccolo villaggio di Afrin, difendendo la popolazione dal
genocidio turco. Ora il suo corpo è stato recuperato. Il suo nome
significa Fiume. Abbiamo passato giorni preziosi con lei sul fronte ed è
stata la persona più dolce e gentile che abbia mai conosciuto. Di notte
lei pativa tanto il freddo e doveva mettersi sotto due coperte durante
il turno di guardia, di giorno era la prima a prendere il piccone e
colpire la terra con forza per scavare trincee e buche che ci servivano
per poter affrontare il nemico. Non perdeva mai il suo sorriso tenero,
il suo sorriso che ci diceva a tutti, che come lei, dovevamo essere
felici di esserci, di avere la vita e di vivere. Hevala Cem, mia cara
compagna, eravamo molto felici di essere li ‘ con te. I nostri cuori
cantano per te le canzoni che ci hai insegnato e le poesie vanno verso
di te, in ogni piccolo torrente che nasce sulle montagne per raggiungere
il mare come un fiume, come un fiume in piena. Ti penserò su ogni fiume.
Sii felice ovunque tu sia, non sentirai più freddo. Stai andando verso
la luce, verso la vita.
Sehîd namirin, Sehîd namirin, Sehîd namirin!!!
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