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Discussioni e pratiche di Ecologia nella lotta della libertà curda. Seconda Parte

L’ Ecologia all’interno del confederalismo democratico: il concetto teorico.

In merito a Newroz 2005, Abdullah Öcalan dichiarò “il Confederalismo democratico” come il nuovo concetto politico-teorico del Movimento per la libertà curda. In tal modo gli scritti e le discussioni degli anni precedenti e l’intera esperienza di 30 anni di lotta potevano essere sintetizzati e messi in relazione l’uno con l’altro in modo sistematico. Il risultato è stato un pensiero inclusivo e radicale con nuove prospettive per i curdi anche nei rapporti con altri popoli in Medio Oriente. Il nuovo concetto politico venne espresso con un paradigma basato su tre pilastri. Un approccio ecologico alla vita era sottolineato tanto quanto la democrazia radicale, particolare attenzione fu prestata alla libertà delle donne. Tali pilastri e concetti furono espressi con l’obiettivo di raggiungere una società libera, emancipata, equa e solidale in armonia con la natura.

Prima ancora dei 5000 anni di oppressione e di esclusione delle donne, vi fu l’evoluzione del periodo neolitico, quando intorno alla donna fu creato un ordine sociale collettivo che può anche essere già chiamato società matriarcale . Öcalan sottolinea che questo ordine sociale è esistito per anni. È caratterizzato da uguaglianza e libertà, era praticabile perché la moralità sociale dell’ordine matriarcale non vedeva la donna come proprietà e includeva inoltre un’armonia con la natura. È questo ordine duraturo che ha modellato la coscienza sociale collettiva dell’umanità; ed è il nostro infinito desiderio di riguadagnare e immortalare questo ordine sociale di uguaglianza e libertà che ha portato alla nostra costruzione del paradiso.

Molto prima che nascessero le classi sociali esplicite, le prime classi oppresse e sfruttate erano le donne. Queste violenze e oppressioni furono seguite nei secoli e nei millenni seguenti dall’oppressione dei bambini e degli uomini. Questa formazione politico-ideologica ha portato anche al dominio e alla distruzione della natura da parte degli umani durante i diversi periodi della storia umana.

Un altro punto importante è che le donne come “genere oppresso” hanno una relazione più forte con la natura rispetto agli uomini; in tutte le società patriarcali gli uomini di solito sono più attaccati al potere e quindi sono più alienati dalla natura. La lotta per una società ecologica e libera include anche la lotta contro il patriarcato a favore della liberazione delle donne o, per dirla in altro modo, senza la liberazione delle donne non ci può essere una società ecologica.

Discutendo in modo più approfondito l’approccio del KFM sulla natura, in primo luogo si deve affermare che il KFM considera la natura come il corpo di tutti gli esseri viventi, inclusi gli esseri umani. Gli esseri umani sono parte della natura e non sono superiori ad essa, così come nessun’altra specie lo è. Tutti gli esseri viventi fanno parte di un unico grande ecosistema che offre opportunità sufficienti per vivere per tutti. La natura è onnipresente. Öcalan descrive questo concetto come segue: “Questa consapevolezza della grandezza della natura favorisce un pensiero che riconosce una moltitudine di santità e divinità nella natura stessa. Potremmo ottenere una comprensione migliore dell’essenza della vita collettiva, se riconosciamo il rispetto per la madre-donna.”
Oggi ci sono ancora alcune credenze secondo le quali in natura ci sono una moltitudine di santità e divinità, una di queste è la credenza di Alevi. Di conseguenza per la spiritualità e l’ispirazione tra gli esseri umani la natura era ed è la fonte principale. Sulla base dell’adesione ai principi ecologici, la natura dovrebbe essere rispettata e non usata come una risorsa per il profitto. La natura era ed è la fonte di cibo, alloggio e tutti gli altri bisogni materiali della vita. Sotto la modernità capitalista, gli esseri umani che vivono nei centri urbani sono in genere poco connessi alla natura e comprendono meno la relazione e la connessione con essa. La natura ha avuto e ha un significato multidimensionale nella vita ed è essenziale per lo sviluppo della cultura, dell’identità e della spiritualità. A causa dell’alienazione tra esseri umani stessi che contribuisce in modo significativo all’alienazione tra la natura e gli uomini, oggigiorno la natura è sovrasfruttata. Nonostante tutti vivano l’impatto della grave distruzione ecologica nei prossimi decenni, la distruzione dell’ambiente naturale sembra continuare. L’attuale approccio della modernità capitalista guidata dall’uomo è una forma di tradimento degli esseri umani verso la natura, verso il loro corpo.

Così, se gli esseri umani soddisfacessero solo i loro bisogni, la natura non subirebbe una grave distruzione e gli ecosistemi avrebbero la capacità di riprendersi. A questo punto, alla domanda su quale sia il reale bisogno delle persone di oggi non è facile rispondere e non dovrebbe essere lasciata solo ai biologi o agli economisti, piuttosto riguarda la questione della democrazia, cioè se una società potesse prendere decisioni in modo ampiamente democratico sarebbe libera da politiche di sfruttamento. Immaginiamo che in una società libera, solidale, democratica radicale ed ecologica non ci sia alcuna pressione per estrarre “elementi” dalla natura. Non dimentichiamo che gli esseri umani non sono solo organismi fisici o materiali, hanno sentimenti immateriali forti e profondi e bisogni metafisici nella loro vita. Per migliaia di anni, le persone hanno cercato ispirazione e motivazione seguendo diversi metodi, tra cui ritirarsi dall’ambiente circostante alla natura.
Con l’aumento esponenziale dell’urbanizzazione, dell’asfalto che ha coperto ettari e ettari di terre, e dei progetti di investimento in tutti i territori, meno aree sono adatte allo scopo sopra citato e quindi diventa sempre più difficile trarre pace e ispirazione dalla natura nella modernità capitalista, in particolare per le persone meno abbienti che vivendo in città hanno meno capacità finanziarie per spostarsi ed entrare In contatto con la natura.
Le comunità lontane dai centri urbani, dall’industria e dalle aree agricole industriali sono più vicine alla natura e hanno un legame più spirituale con l’ambiente. Meno c’è la modernità capitalista, più la vita può essere naturale e spirituale. Se tali comunità in aree non urbane appartengono a gruppi oppressi come le popolazioni indigeni dell’America Latina, le minoranze dell’India e i curdi, allora la connessione con la natura può avere un’importanza ulteriore perché i popoli oppressi si esprimono anche attraverso la natura. In questo senso, l’ambiente naturale è una parte essenziale della loro identità oppressa.

Fin dall’inizio, il KFM ha sottolineato che ogni essere vivente ha il diritto di esistere nel suo ambiente naturale. La vita degli animali e delle piante deve essere protetta attivamente dagli esseri umani. Per quanto riguarda la conservazione della natura, l’obiettivo di limitare e fermare il cambiamento climatico è un argomento cruciale, poiché nei prossimi decenni potrebbe influenzare in modo molto più drammatico ogni aspetto del nostro pianeta – in realtà il Kurdistan e il Medio Oriente sono già stati colpiti per quasi due decenni dalla diminuzione delle precipitazioni. Il cambiamento climatico non è meno importante della “conservazione della natura” (vale a dire progetti/politiche per conservare la specie, l’habitat e le aree della biodiversità) anzi, tutto ciò che riguarda l’ecosistema è strettamente relazionato. I cambiamenti climatici non posso essere evitati senza la conservazione e il ripristino delle foreste, della vegetazione, dei fiumi, del ciclo dell’acqua, del suolo, dell’aria ecc. Per il KFM, il cambiamento climatico è parte della conservazione della natura.

Quindi si può evincere che ogni lotta contro la distruzione ecologica è essenziale, oltre ad essere un passo necessario per ristabilire un rapporto con la natura per molte persone; Essere attivi per salvagurdare l’ecologia significa anche criticare tutti i processi nella società relativi al consumismo e relazionati al capitalismo.

Se non vi sarà alcuna decelerazione nel cambiamento climatico, assisteremo alla significativa distruzione della natura con gravi conseguenze per gli ecosistemi, la biodiversità, gli animali, le piante e miliardi di esseri umani. Gli esseri maggiormente colpiti sarebbero principalmente persone, comunità e stati con debole capacità socio-economica.

Facendo un passo avanti, il KFM è consapevole che con il capitalismo – anche senza il neoliberalismo – la distruzione ecologica non può mai essere fermata, per non parlare dell’inversione, cioè della rinaturalizzazione della natura e del ripristino dell’equilibrio climatico. Se il capitalismo domina l’economia globale, ci sarà un’intensa pressione per avere una continua “crescita” della politica capitalista in ogni ambito che sia economico, sociale e naturale e, dunque, non vi sarà nessuno spazio per sviluppare altre forme di vita, per processi decisionali democratici e per uno stile si vita basato sulla democrazia e la solidarietà.

La modernità capitalista ha influito ad un ritmo accelerato sull’alienazione degli esseri umani tra loro stessi e con la natura; Soprattutto negli ultimi 200 anni ogni area del mondo e ogni comunità è stata influenzata dalla modernità capitalista. Le culture oppresse piccole o marginalizzate sono particolarmente influenzate da tali politiche. I curdi ne sono un esempio importante.

Le popolazioni allontanate dalla natura, educate a relazioni basate sulla comunità e sulla solidarietà sono molto più facili da far diventare strumenti di sfruttamento nella produzione industriale, nel consumo, nella creazione di sistemi politici autoritari.
Il KFM ha sviluppato nel corso degli anni una nuova terminologia all’interno del concetto di confederalismo democratico che potrebbe essere di interesse. Molti movimenti lo fanno, ma all’interno del confederalismo democratico sono state create altre parole. Alcune definizioni sono una combinazione di parole come “democrazia” e “autonomia” o “democratica” e “nazione” che sono ampiamente utilizzate. La teoria del confederalismo democratico segue anche la linea per occupare definizioni cruciali esistenti come “nazione” o “modernità” e per dare loro anche un contenuto positivo in un certo contesto. Per quanto riguarda la prospettiva ecologica all’interno del confederalismo democratico, i termini “industria ecologica” e “vita comunitaria” sono di grande rilevanza.
L’ industria ecologica, dunque, deve essere contrastata in quanto le attività industriali hanno contribuito in larga misura alla distruzione e all’inquinamento dell’ambiente naturale.

Il ruolo dei guerrilla nella crescente consapevolezza ecologica.

La crescente consapevolezza ecologica si è fatta spazio anche nei guerrilla del PKK, che non hanno mai cessato di esistere e si sono diffusi nelle montagne del Kurdistan settentrionale e meridionale dagli anni ’80. L’HPG ha migliaia di guerriglieri in vaste aree del Kurdistan settentrionale e in un ampio tratto di 250 km nel Kurdistan meridionale; quindi deve essere considerato come un fattore geograficamente e politicamente molto importante. Quando non combattono contro l’esercito turco, i guerriglieri passano il loro tempo in un mix di educazione militare e politica. Nel Kurdistan del Sud, l’attenzione si concentra ancora di più sulla discussione politica e sull’educazione. I guerriglieri inoltre discutono diverse questioni sociali e politiche nel loro programma. Dagli anni ’90, quando Öcalan iniziò a discutere della crisi ecologica, incluse l’ecologia nelle cose di cui anche i guerrilla avrebbero dovuto occuparsi. I guerriglieri non fanno parte del sistema politico egemonico e non hanno particolari aspettative individuali da parte dello stato o di altri. Anche se lottano intensamente per sbarazzarsi delle influenze del capitalismo, c’è sempre una parte di esso insita nella società. Le condizioni di vita prima della comparsa delle guerrilla all’inizio degli anni 90 erano estremamente difficili, ma completamente comunitarie, basate sulla solidarietà e lontane dalla modernità capitalista.
Non esisteva quasi nessuna proprietà privata; gli interessi monetari e materiali non avevano alcun ruolo nelle relazioni tra gli esseri umani; le decisioni erano prese su base democratica; vigeva inoltre un sistema di autocritica. Fu con l’arrivo del capitalismo e con l’oppressione del popolo curdo che nacquero le guerrilla in difesa di ciò che c’era prima.

Per quanto riguarda l’ecologia, era anche molto importante che i guerrilla vivessero in armonia con la natura. Non vi era e non vi è tutt’ora alcun impatto negativo da parte delle guerrilla su piante, animali e sull’intero ecosistema.
Le discussioni e le proposte per superare la crisi ecologica erano praticate nelle aree di guerriglia su piccola scala e espanse il più possibile nella vita dei singoli guerriglieri e in quanto comunità. Quindi non ci sono solo risultati teorici, c’è anche una messa in pratica. La pratica ecologica delle guerrilla può essere spiegata con i seguenti esempi:
È assolutamente vietato gettare rifiuti come plastica o metallo nell’ambiente; gli alberi vengono tagliati solo in casi eccezionali; non vi è una caccia frequente degli animali e avviene solo in un modo tale che nessuna specie sia messa in pericolo in una certa regione. Poche decine di piccole dighe per l’elettricità sono costruite nel Kurdistan del Sud che devia di solito un terzo dell’acqua che scorre (la maggior parte degli stati devia dal 2/3 al 90%); il più delle volte il cibo è prodotto dai mezzi a propria disposizione. I risultati e gli approcci sviluppati dai guerrilla con le loro forti caratteristiche di solidarietà, comunanza ed ecologia sfidano le altre parti della società, in particolare quella parte della popolazione che è fisicamente e politicamente vicina a loro. I guerrilla sono nelle condizioni di poter accettare meno compromessi possibili e quindi dare meno spazio al capitalismo.

Come i contrasti creano dinamiche di miglioramento

Il Movimento di liberazione curdo ha vinto le elezioni locali in un numero crescente di città nel Kurdistan settentrionale dal 1999 e ha acquisito alcune importanti conoscenze su come i governi locali possono trasformare la società in una società più sociale, libera ed ecologica. È solo dal 2010/2011 che le ragioni per trasformare la vita a livello ecologio sono state attuate in modo sostanziale; in precedenza, l’approccio e il discorso dell’ecologia erano piuttosto superficiali.
Ci sono fondamentalmente tre ragioni per questo. Innanzitutto, le relazioni capitalistiche hanno continuato a progredire rapidamente nel Nord Kurdistan nella seconda parte degli anni 2000 e la distruzione dell’ambiente naturale aveva raggiunto alti livelli. In secondo luogo, il concetto di confederalismo democratico aveva incoraggiato e rafforzato gli ecologisti a Bakur tanto da far approfondire e ampliare la loro lotta. In terzo luogo, era cresciuta la resistenza contro la distruzione e lo sfruttamento dell’ambiente naturale, facendo dunque esperienze nell’organizzazione di resistenza e difesa e raggiungendo persino piccoli successi. Il libro “In difesa di un popolo” di Öcalan pubblicato nel 2004 e la dichiarazione del confederalismo democratico nel marzo 2005 hanno contribuito definitivamente alla migliore classificazione delle idee e del dibattito riguardo una società ecologica a Bakur e in altre parti del Kurdistan. Nei primi mesi dopo la dichiarazione del confederalismo democratico, c’era stata una discussione controversa tra molti attivisti politici all’interno della KFM, o quelli vicini ad essa, sui pilastri del discorso sull’ecologia.
Proprio in questo periodo il più grande progetto riguardante la pianificazione e costruzione della centrale idroelettrica e la diga di Ilisu a Bakur e in Turchia, erano tornati all’ordine del giorno dopo che il governo turco aveva attuato nuove pressioni per costruirlo – il primo tentativo fallì nel 2001 / 2002. Tra il 2006 e il 2010 la lotta contro questo progetto di dighe, che avrebbe avuto un enorme impatto sulle strutture sociali, il patrimonio culturale e l’ecosistema del Tigri e grandi conseguenze distruttive per la società locale, ricevette il sostegno di molte organizzazioni curde , attivisti e media. Questa vicenda ha contribuito a un nuovo livello di interrogazione su energia, acqua, agricoltura e politiche di sviluppo dello stato turco e ha superato in modo significativo le discussioni durante il primo round di lotta sul progetto Ilisu tra il 1999 e il 2002. Negli anni seguenti ci fu un costante aumento del numero di gruppi e di persone che lavoravano su questioni riguardanti la conservazione della natura, l’impatto delle grandi infrastrutture e progetti energetici, la produzione di cibo e la teoria dell’ecologia sociale. Associazioni e iniziative che si opposero alle dighe, alle miniere, alle centrali a carbone, all’inquinamento ambientale, all’eccessivo sviluppo urbano, alla commercializzazione della vita ecc. Anche se in questi anni la varietà dei tipi di progetti contestati si ampliò, le dighe erano ancora la principale sfida per i movimenti ecologici. Erano gli anni in cui ogni chilometro quadrato di Bakur veniva studiato dallo stato turco per trarne profitto. Il capitalismo si stava diffondendo in tutte le nicchie della società di Bakur. La modernità capitalista dispiegò le sue massime forze distruttive. La necessità di formare una coalizione di gruppi e attivisti con una forte consapevolezza ecologica e critica a Bakur divenne importante in questi anni. Considerando queste crescenti proteste e la necessità di agire in modo globale contro l’invasione del capitalismo neoliberale, il coordinamento del Forum sociale mesopotamico, decise di organizzare un forum sull’ecologia.

In questi anni il capitalismo iniziò a influenzare in modo forte anche alcune strutture politiche e il pensiero degli attivisti del KFM, compresi i comuni e gli attivisti nelle piccole città. A causa del fatto che mancava ancora un sistema e una profondità nella discussione sull’ecologia riguardo a tutte le decisioni e le azioni all’interno del KFM, non sorprende che alcuni agissero in direzione contraria.

Queste sfide possono sempre emergere e diventare dominanti nel caso di una struttura democratica radicale poco ben sviluppata. I progetti del KFM erano iniziati solo nel 2007 per creare una struttura politica completamente nuova che prendesse come base il paradigma del confederalismo democratico, e necessitava quindi di trovare un modo per funzionare correttamente.

Nella fase iniziale, il Mesopotamia Ecology Movement (MEM) fu sfidato a trovare modi per riunire i gruppi di membri attorno a temi affrontati, alle campagne e discussioni e creare una struttura lavorativa permanente e affidabile. Se fossero riusciti a realizzarlo, la lotta contro i numerosi progetti e contro le politiche distruttive e di sfruttamento dello stato poteva essere affrontata meglio e all’interno del KCD la lotta riguardante gli aspetti ecologici avrebbe avuto una maggiore rilevanza politica.
Confrontando i progetti e gli obiettivi del governo, un numero sempre crescente di persone iniziò a mettere in discussione le politiche statali in altre aree. Non solo sulle politiche sull’identità curda, i diritti collettivi, l’istruzione, i diritti delle donne, la militarizzazione, ma anche quelli su Bakur. Ogni decisione economica o progetto di investimento iniziò a essere percepito in modo più critico. Il KFM fu oggetto di un focus critico da parte del MEM a causa degli effetti della sua politica. Fu avanzata la richiesta di un cambiamento radicale della politica che seguisse i principi ecologici, sviluppati dalla MEM, e l’auto-amministrazione dei consigli popolari.
L’obiettivo dello Stato Turco era chiaro: voleva dominare, opprimere e sfruttare la società in stretta collaborazione con le grandi aziende. In questa lotta, i comuni del KFM dovettero prendere una posizione chiara contro le politiche statali. Il capitalismo aveva messo sotto pressione il comune di Bakur per seguire l’AKP neoliberale come modello di sviluppo attraverso il predominio delle discussioni sullo sviluppo urbano. Era un periodo – fino al 2011 – in cui la crescita economica in Turchia era alta, le contraddizioni sociali tra Turchia e Bakur erano significativamente alte e il KFM con una modernità capitalista non andava bene nella società kurda.
Il KFM non ha potuto beneficiare di molti fondi governativi a differenza di altri comuni. Gli ostacoli sono stati spesso creati nell’approvazione di grandi progetti direttamente nominati dal governo turco, e il KFM non era sostenuto. Questo fu l’esempio di quanto i curdi furono oppressi sin dalla fondazione della Repubblica della Turchia. Era necessaria una lotta.
In tutto questo caos dove lo Stato Turco già tentava di manipolare la politica curda, il MEM rivolse pesanti critiche ai grandi centri commerciali che furono costruiti negli ultimi anni in ogni città. Si trattava di progetti privati e naturalmente supportati dal governo dell’AKP turco, ma ci sono furono alcuni casi in cui i comuni DBP non intervennero e in alcuni casi li accolsero persino favorevolmente. La legge turca consentì al governo centrale di prendere in consegna la pianificazione dell’area urbana curda ogni volta che lo riteneva necessario. Quindi, la domanda che il MEM si pose era come resistere a questa ingiustizia legale; anche se risultava impossibile impedire progetti a lungo termine, almeno avrebbero dovuto essere posticipati e essere oggetto di dibattito pubblico. Dopo intense critiche da parte della MEM e di altri movimenti come il movimento delle donne nel 2014, un approccio molto più critico fu implementato dai comuni DBP.
Il 2013 fu l’anno in cui una coscienza ecologica e varie critiche iniziarono ad avere più spazio, accompagnate da azioni pubbliche e questo non solo attraverso il MEM. Il movimento giovanile, il movimento delle donne, le organizzazioni professionali (in particolare architetti, ingegneri, medici), i sindacati raggiunsero qualitativamente un nuovo livello nel loro approccio su come la società avrebbe potuto concepire una prospettiva ecologica.

Nel nuovo sistema di Bakur – e del Rojava – i movimenti sociali lottarono per i loro obiettivi. Fu un periodo in cui si percepì che la società, inizialmente molto unita, iniziava ad essere divisa dalla modernità capitalista al punto che i diversi gruppi sociali e politici non agirono in modo equilibrato l’uno con l’altro: un gruppo cercava sempre di dominare l’altro. Nella modernità capitalista, di solito i gruppi con grandi capacità finanziarie o armi dominano sugli altri. Questo differenziava molto le idee che il confederalismo democratico portava avanti.

Il movimento dell’ecologia mesopotamica

Nel 2014 iniziò una nuova discussione tra gli attivisti del MEM per quanto riguardava la sua ristrutturazione con l’obiettivo di diventare un movimento sociale reale e ampio. Dopo molte discussioni, si giunse alla formazione di consigli comunali in ogni provincia di Bakur che offrirono spazio per gli attivisti politici che lavoravano sui temi riguardanti l’ecologia. Tutte le precedenti e nuove associazioni e attivisti che lavoravano sui temi relativi all’ecologia, ma anche altre organizzazioni della società civile, organizzazioni professionali, sindacati, comuni e consigli popolari del KCD nei quartieri urbani e nelle regioni rurali furono invitate a partecipare. Questa nuova forma intendeva includere il più possibile i protagonisti della società e stabilire qualcosa che a breve e medio termine avrebbe costituito una società più ecologica, e quindi più giusta e democratica. Ogni attivista del MEM riuniva almeno una commissione nella sua provincia. Oltre alle commissioni che esistevano in quasi tutte le province, vi erano alcune commissioni specifiche. Ad esempio, nella provincia di Dersim, c’era una commissione per le foreste e, nell’area metropolitana di Amed, una per i diritti degli animali. Il coordinamento a livello provinciale è costituito dai due co-portavoce: una donna e un uomo. I copresidenti vengono eletti periodicamente (3 o 6 mesi) dall’assemblea provinciale che si riunisce almeno due volte l’anno (a volte 4 volte l’anno). Ogni assemblea provinciale elegge annualmente diversi (circa 6) delegati tra uomini e donne. I coordinamenti a livello provinciale eleggono due delegati, una donna e un uomo, per il coordinamento di Bakur che si riunisce più spesso.

Il MEM è collegato abbastanza bene con molti movimenti ecologici e organizzazioni non governative al di fuori di Bakur. Dal 2015 per diverse volte ci sono state azioni comuni, manifestazioni (come sugli incendi boschivi) e discussioni.

Sin dal suo inizio il MEM ha dovuto lottare contro una scarsa consapevolezza per l’ecologia nella società. Sebbene negli ultimi anni vi sia stato un cambiamento significativo, l’idea sull’ecologia è ancora considerata, da una grande parte della società, come un modo di preservare alcune specie o aree naturali importanti, utile anche a preservare la propria salute.
I progetti attivati nei campi offrono lavoro collettivo e restituiscono il sentimento di comunità e solidarietà tra le persone, in particolare provenienti dalle città. Un progetto di successo è stato la raccolta di semi locali e biologici provenienti da diverse aree di Bakur nell’inverno 2015/2016 e la loro riproduzione nel 2016 in sette province. La riproduzione è stata fatta principalmente con i consigli dei quartieri della popolazione locale, che è un buon esempio su come si possa lavorare insieme. Questa campagna sulle sementi ha interessato molte parti della società. Considerando che gli esseri umani sono sia razionali che emotivi, toccare terra, acqua, fango, piante e legno può creare una grande sinergia. Un ulteriore risultato che un simile approccio alla natura può avere è il seguente: in tempi di repressione e guerra può tenere insieme le persone e permettere loro di attraversare periodi politicamente difficili come quello iniziato con la guerra nell’estate 2015, peggiorato con lo stato di emergenza nell’estate 2016.

Questo lavoro di informazioni può aiutare a rafforzare senza dubbio l’impegno per la lotta e trovare gli strumenti per lottare con successo contro lo stato e le imprese capitalista.

Fonte: https://komun-academy.com/2018/06/28/ecology-discussions-and-practices-in-the-kurdish-freedom-struggle-with-a-focus-on-north-kurdistan-bakur/

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